Rimini – “L’elemento politico è centrale nella vita del nostro settore e da un nuovo governo ci si aspetta di trovare una pacificazione nella filiera e nel territorio. Abbiamo concluso l’esperienza del precedente governo con la Conferenza Unificata che di fatto non ha risolto i grandi problemi di differenza e discontinuità a livello territoriale delle normative locali. Ci troviamo oggi a fare i conti con un territorio molto eterogeneo nel quale il potere conferito agli enti locali può trasformarsi in un pericolo per la tenuta del settore. Auspichiamo che chi arriverà cerchi di capire la tipicità e la complessità della
nostra industria e poi provi a mettere mano ad una armonizzazione delle norme sul territorio che sono fondamentali per garantire agli operatori di poter lavorare e pianificare in maniera sensata”.
Così Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, nell’intervista rilasciata a Gioconews.it nel corso dell’edizione 2018 di Enada Primavera, a Rimini.
Sul bando scommesse, l’Ad ritiene che sia “imprescindibile la risoluzione della difformità di norme auspicando che un nuovo governo, trovandosi di fronte una
situazione tutta da costruire parta con una profonda analisi della situazione attuale, che sia a attenta a preservare e a garantire il gettito e gli investimenti fatti e dia agli operatori la possibilità di lavorare con una pianificazione chiara”.
Sul ruolo dei concessionari Schiavolin sottolinea: “Credo che il sistema concessorio abbia garantito una sana e corretta applicazione delle norme e abbia tutelato consumatori e Stato, quindi tutta la filiera nell’erogazione del prodotto, fin qui. Dovesse essere ridiscusso il modello e quindi affrontata una rivisitazione del modello distributivo con un passaggio eventuale dal sistema concessorio al sistema autorizzatorio, come in altri Paesi d’Europa, faremo sentire la nostra voce. Credo che liquidare la faccenda in modo sbrigativo dicendo ‘aboliamo i concessionari’ sia un po’ ‘dire al popolo quello che vuole sentirsi dire’ e sia un messaggio forse un po’ superficiale ma chiaramente noi, così come gli altri concessionari, siamo disponibili ad affrontare qualsiasi tema di riforma dell’impianto distributivo del gioco in Italia, sempre però tenendo in considerazione che come concessionari ci è stato richiesto di effettuare investimenti ingenti. Riterrei necessario affrontare il tema della revisione dell’impianto in maniera più approfondita e meno legata al momento elettorale”.
Sul mercato delle Awp e la riduzione degli apparecchi, Schiavolin fa il punto su gestori e punti vendita. “Andata in porto la prima tranche, ora stiamo aspettando la seconda tappa entro la fine di aprile che porterà il mercato a 260mila apparecchi. Diciamo che la riduzione va incontro ad una richiesta che si è fatta sentire sempre più forte nel corso degli ultimi anni di razionalizzazione e ridimensionamento dell’offerta. Anch’io sono stato a favore di questo disegno e personalmente credo che la corsa all’allargamento del settore abbia caratterizzato una parte importante degli anni Duemila. Oggi una razionalizzazione si è resa necessaria, è corretto farla in armonia e continuità di applicazione delle regole da parte di tutti gli operatori. Alcuni di loro
mirano a reinterpretare la riduzione attraverso parametri che non mi vedono d’accordo perché di fatto agirebbero in turbativa dell’impianto regolatorio che è stato sviluppato. Quindi auspico che vi sia un’applicazione anche in questo caso omogenea e che non ci siano ‘aperture’ a comportamenti un po’ distonici di alcuni operatori”.
Per quanto riguarda il bando online l’Ad aggiunge: “La vedo come un’opportunità, ci troviamo di fronte a un momento di turn around di una parte delle licenze, nel quale c’è una porzione di nuove licenze che viene messa a gara e dà la possibilità a nuovi operatori che fin qui non si sono affacciati sul mercato di poter provare ad operare nel nostro mercato. Io credo che questa sia un’opportunità perché dall’allargamento del contesto competitivo nel campo del digitale si ha avuto un vero rinascimento della prima fase del digitale italiano che ha portato a un aumento della competitività e ha obbligato tutti gli operatori a lavorare, a studiare per rendere la nostra offerta sempre più in linea con gli standard internazionali visto che la maggior parte arriva da fuori
Italia. Credo si possa fare un ulteriore step per l’evoluzione di un mercato come quello italiano, che ha ancora ampi margini di crescita. Nel contesto delle varie tipologie di prodotti che gestiamo questo è l’unico in cui si possa pensare di avere una crescita organica”.
In chiusura, Schiavolin parla anche di ippica, visto che Snaitech è soggetto gestore di tre ippodromi. “Anche in questo settore, credo che siamo all’inizio di un processo di inversione di tendenza, auspicando che sia un prodromo al cambiamento, sancito dal cambio della tassazione nella quota fissa ippica e dall’ampliamento del palinsesto con l’introduzione del complementare. Molti osservatori ritenevano che non fosse corretto accontentarsi di queste piccole variazioni e fosse necessario cercare di ottenere una riforma più ampia, noi invece riteniamo che questo risultato possa essere un driver per ottenere il grande obiettivo: riuscire a
intervenire su tutta la filiera in modo da operare una
rivoluzione che parta dal prodotto. Finché non riusciamo a rilanciare il
prodotto, a farlo tornare attrattivo per gli operatori internazionali, che possano portare i loro cavalli a gareggiare in Italia in corse di qualità e con un seguito più ampio, non riusciremo mai a rilanciare questo settore”. Sul decreto di classficazione conclude: “In questo caso noi ci sentiamo penalizzati perché abbiamo due tipicità nei tre ippodromi di nostra proprietà: uno è La Maura di Milano, declassato per parametri di capienza e illuminazione, su cui abbiamo investito per non far scappare dalla città il trotto, l’altro è quello di Montecatini che vede il driver delle scommesse molto penalizzato in quanto
si tratta di un impianto stagionale. Anche qui auspichiamo una riflessione approfondita sui criteri, si possano considerare gli investimenti fatti e le tipicità delle realtà che non sono tutte uguali. Serve classificazione degli ippodromi che individui un canale d’eccellenza, bisogna lavorare per la qualità, che passa anche attraverso una revisione della quantità”.
Fonte: Gioconews.it